La guida Flos Olei che voi tutti conoscete non sarebbe tale senza le sue classifiche di merito.
La The Best comprende una lista di aziende olearie alle quali è attribuito un premio qualità declinato in diverse categorie.
Sono aziende con una famiglia alle spalle, immerse in uno specifico contesto nazionale e regionale, e guidate da produttori imprenditori che hanno dedicato - e dedicano - a questa attività tutta la vita. Le consideriamo protagoniste di un percorso che è giunto a un importante traguardo: l’eccellenza qualitativa.
Siamo andati a conoscerle un po’ più da vicino.
Olivicoltore e gentiluomo. Intervista a Massimo Ambrosio di Fattoria Ambrosio
By Laura Marinelli
UNA CARRIERA BRILLANTE
Quella creata da lui è l’Azienda dell’Anno del 2025. Un premio importante, il più ambito della The Best, che arriva dopo che ha scaldato i motori nel 2021 quando viene incoronato per il Migliore Olio Extravergine di Oliva Monovarietale - Fruttato Intenso. È il segno di una maturità conquistata, il traguardo di un’ascesa decisa e scattante: partito con ottime basi nel 2018, in otto anni scala tutta la graduatoria, guadagnandosi il punteggio di 99 su 100 centesimi. Praticamente siamo ai piedi dell’Olimpo!
Ma chi è Massimo Ambrosio? Chi lo dovesse incontrare oggi per la prima volta proverebbe il sottile piacere della sorpresa: dietro un aspetto giovanile e distinto, un contegno riservato e dei modi garbatissimi si cela un professionista consumato. Quella gestita da lui oggi è, infatti, un’impresa strutturata che si fonda su una vasta tenuta nel Salernitano: 100 ettari di cui 28 dedicati agli olivi, con 8.500 esemplari di diverse cultivar che ci regalano degli extravergini uno meglio dell’altro, pensati, prodotti, confezionati e accompagnati lungo la filiera come dei figli. Ma è quando ci inizi a dialogare, con Massimo, che viene il bello: perché scopri, oltre al lavoro serio, meticoloso e paziente dell’olivicoltore, il talento dell’imprenditore; con una buona dose di genialità che poi, si sa, porta sempre con sé un pizzico di follia.
LE ORIGINI E LA SVOLTA
Ma andiamo per ordine. Le sue origini familiari sono nel settore della produzione olearia, dato che il nonno aveva un frantoio in provincia di Salerno. Poi, negli anni Cinquanta, il papà, gettatosi nella produzione industriale di olio di sansa di oliva, si discosta dall’ambito produttivo artigiano. Mantiene però una ricca rete di contatti con olivicoltori e frantoiani del Cilento; così che quando, negli anni Sessanta, decide di investire nella terra e acquistare un podere di circa 100 ettari, lo adibisce sì a pascolo e ad arboricoltura, piantandovi degli eucalipti, ma dentro di sé corteggia l’idea di coltivare un giorno degli olivi. Purtroppo, però, già in là con gli anni, muore prima di poter realizzare questo progetto. Ed è allora che Massimo, che nel frattempo è diventato ingegnere idraulico e lavora a Roma, si ritrova a raccogliere il testimone.
«Quando mio padre comincia a dare i primi segnali di affaticamento io, che già lo affiancavo nell’industria della sansa, decido di spostare in Campania la mia attività di ingegnere. Ero a conoscenza del suo interesse per la pianta dell’olivo - dopo la sua morte ho anche trovato degli appunti con le cultivar che avrebbe voluto produrre - ma in quel momento ero ancora deciso a vestire i panni dell’ingegnere. Erano gli anni Novanta e la scintilla non era ancora stata scoccata».
Per quella ci vorrà, di lì a poco, nei primi anni Duemila, una casualità: un corso per diventare sommelier dell’olio, promosso dalla regione Campania, per il quale Ambrosio fa domanda senza peraltro essere ammesso. «Fu come un’epifania, un bisogno nascosto che veniva finalmente a galla: da quel momento trovare un'altra opportunità per diventare un esperto assaggiatore di olio diventa per me un imperativo».
Come quando c’è tanto combustibile e basta una fiammella per accendere il fuoco, così nella formazione di Massimo, in cui grande peso avevano avuto sia gli studi di ingegneria sia la tradizione familiare legata alla terra e all’olivicoltura, la novità dell’assaggio diventa il trampolino per volare verso nuove prospettive.
«Nella mia mente matematica ho cominciato a pensare l’assaggio come una scienza esatta e a considerarlo uno strumento che ti permette di vedere quando sei cieco. Dovevo a tutti i costi acquisire quella competenza, e imparare a usare quello straordinario elemento di diagnosi».
UNA FILIERA COMPLETA
In questa prima fase Ambrosio si impegna al massimo: sono anni faticosi di apprendimento e di lavoro nei quali getta le basi del suo futuro. «Affascinato dal mezzo - l’assaggio - sono tornato indietro, al terreno che dovevo liberare degli eucalipti, bonificare e preparare per piantarvi gli olivi. Guardavo il campo con gli occhi dell’ingegnere: volevo posizionare le piante secondo uno schema preciso, in modo che ognuna avesse la stessa identica distanza dall’altra e un’equivalente irradiazione solare. E ho perseguito questo obiettivo con una precisione millimetrica. Nel frattempo, però, mi rendevo conto che era indispensabile anche una salda competenza agronomica, per scegliere le cultivar adatte e allevarle; allora mi sono buttato a capofitto a studiare, continuando peraltro a mettermi alla prova nei concorsi come assaggiatore».
Un passaggio cruciale è tra il 2015 e il 2017 quando Massimo decide di completare la filiera e dotarsi di un proprio impianto per la trasformazione delle olive. Rendendosi conto dell’importanza della tecnologia in frantoio, il punto chiave per lui diventa la scelta del macchinario. E anche questa volta la sua anima da ingegnere lo assiste, sapendo esattamente cosa comprare, adattare e assemblare.
«Quando ho cominciato a frangere, però, ho perso tutte le certezze che avevo. Mi sono ritrovato gettato oltre un ostacolo, senza poter tornare indietro, con una prospettiva davanti che era sì promettente, ma che non potevo del tutto controllare. Ed è lì che mi ha salvato un’altra parte di me, diversa da quella razionale e con i piedi ben piantati per terra: la leggerezza che ti fa volare. Quando fai una scelta, infatti, non puoi continuare a guardarti indietro, devi far saltare i ponti che lasci alle spalle e mirare soltanto al futuro. Solo così puoi vincere».
I TRAGUARDI DEL PRESENTE
Da quando è nata a oggi l’azienda è cresciuta progressivamente su più fronti, grazie all’impegno di Ambrosio che segue personalmente tutte le fasi, dalla pianta all’extravergine, definendo tutti i passaggi che portano alla nascita delle attuali 6 etichette, 4 monocultivar e 2 blend: Alfa (frantoio); Crux (coratina); Fiska (pisciottana); Idra (itrana); Norma (favolosa + frantoio); Riserva (itrana + coratina). «Il momento della creazione dell’olio lo vivo come una prestazione sportiva. Come l’atleta si scalda e medita prima di saltare, così prima di avviare il processo mi concentro e controllo ogni cosa. Poi può partire la gara».
Abbiamo chiesto a Massimo di concludere l’intervista spiegandoci il significato dei nomi delle sue linee di extravergini, che scopriamo quasi tutte ispirate alle costellazioni. Ancora una volta ci spiazza, con una risposta sorprendentemente poetica: «Vieni a passeggiare dove crescono i miei olivi, in una notte senza luna: alza gli occhi, guarda il cielo e capirai».
Del resto, un campione della The Best può forse fare oli che non siano “stellari”?
FATTORIA AMBROSIO
Palazza - Coste
84070 Salento (SA)
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www.fattoriaambrosio.it